Diverse le interpretazioni sull'origine del nome: secondo alcuni occorre far riferimento ad un ponte sull'Adda strategicamente importante; altri sostengono che un attraversamento obbligato si sarebbe invece trovato sul torrente Ron; altri ancora citano il romano Pontum e, infine, una diffusa spiegazione ricorre al longobardo "biunte".
Certamente abitato in epoca romana, risulta dai documenti che il borgo assunse fisionomia autonoma dopo l'anno 1000, periodo in cui importanti nuclei familiari vi immigrarono da Como. Tra essi le famiglie Quadrio, sotto il cui controllo il prestigio di Ponte andò progressivamente accrescendosi e rafforzandosi.
Sul finire del medioevo la comunità di Ponte presentava strutture territoriali ed istituzionali chiaramente definite e consolidate. I Quadrio, cui si erano nel frattempo aggiunte altre famiglie, quali i Guicciardi ed i Piazzi, continuavano ad esercitare forte influenza politica ed economica non solo in paese ma anche in valle, sino alla dominazione grigiona.
Durante il XVI secolo giunsero a Ponte i Gesuiti che vi insediarono un collegio che operò sino al 1773. Questa presenza contribuì a fare del borgo un centro culturale di livello elevato che rese possibile anche il formarsi di eminenti personalità e incentivò i contatti con altre città.
Accanto ai nomi che danno lustro al paese, non vanno dimenticate le classi lavoratrici che consentirono a Ponte di assurgere a centro agricolo e commerciale, la cui economia si fondava largamente sulla coltura della vite e sul conmmercio del vino.
Il ruolo primario acquistato da Ponte perdurò anche durante il XIX secolo: l' agricoltura prosperosa, una classe dirigente colta ed illuminata garantirono un certo benessere socio-economico.
Dopo l'Unità i notevoli cambiamenti economici, oltre che alcune evenienze negative, provocarono una crisi della viticoltura e stravolgimenti nella società contadina, ai quali tuttavia la comunità pontasca ha saputo far fronte in modo intelligente ed opportuno.